giovedì 28 aprile 2011

Tra disastri nucleari e guerre

tra morti ammazzati e morti di fame. In un luogo che non offre speranza e aiuto nemmeno ai più deboli e ai più puri, cerco ancora un luogo che possa chiamare casa.
Forse è pura utopia, forse il mio è mero egoismo, tanto consono all'ambiente che mi circonda.. il mondo.
Avevo fatto una pausa dalla battaglia che si combatte probabilmente solo nella mia mente, e in quella di altri poveri emarginati della società in cui viviamo, ma non mi sono mai arresa. La lotta continua. Così, dopo una breve pausa, ritorno a scrivere, non più per passione, né per sfogo e nemmeno per lavoro. Torno a scrivere per dovere. In quanto oggi, più che mai, la gente ha bisogno di persone sincere e convinte delle proprie opinioni e non di qualcuno pagato per parlare in un certo modo di certe tematiche.

Ho appena portato avanti l'ennesimo trasloco, adesso posso dirmi disancorata anche dalla mia terra, ma so d'essere parte di "un qualcosa" più grande di una città o di una regione e quindi non me ne dispiaccio né rimpiango d'essere partita. Posso anzi, finalmente, vedere Partenope (mia terra natia) da un'altra prospettiva e giudicarla di conseguenza. Cercando, come sempre dal mio piccolo, di cambiare le cose.
Posso cominciare col dirvi perché sono partita, lasciandomi tutto alle spalle (amici, genitori, certezze..) decisa a non guardarmi indietro.
La versione ufficiale è che non sopportavo più il caos, il rumore delle auto, le costanti voci dei vicini e quant'altro, ma la verità è un'altra. Si, il caos cittadino avrà certamente influenzato la mia scelta, ma è solo la punta dell'iceberg. In realtà sono andata via perché ho avuto paura, paura per me e per i miei cari. Per anni ho cercato di informare i miei concittadini riguardo alcune "coincidenze inquietanti"che avevo notato, ma non hanno mai voluto ascoltare. Così ho deciso, come si suol dire, di salvare il salvabile prendendo i miei cari e andando via.
La città di cui sto parlando è Portici, una bellissima cittadina di solo 3km quadrati posta ai piedi del Vesuvio. Si affaccia da una parte sul vulcano e dall'altra sul golfo di Napoli. Nelle belle giornate si possono vedere perfettamente Capri, Ischia e Procida. E' un posto "benedetto dalla natura", non gli mancava nulla... in origine.
Ai giorni nostri, purtroppo, ci vivono più di 56.000 abitanti, tutti muniti di autovetture. L'aria è irrespirabile, il vociare è un costante ronzio fastidioso. Che i porticesi e più in generale i napoletani amino Portici è cosa risaputa, un tempo -ma anche oggi- viverci era un sogno di molti.
Ciò che molti non sanno è che a Portici "si muore troppo giovani". Sono anni che camminando per le strade della mia città leggo manifesti di poverini morti a soli 50- 55 anni di tumore. Alcuni erano genitori dei miei amici, altri solo conoscenti... Ma la sostanza non cambia. La gente, conosciuta o meno, muore lo stesso nella propria ignoranza. Anni fa venni a sapere da una mia insegnate che l'acqua della mia zona, un tempo una delle più buone di Italia, era sotto esame (se non erro c'era di mezzo anche un ospedale) a causa dell'alta incidenza di tumori nella mia città.
Un annetto dopo venni a sapere che vi era dell'amianto "abusivo" scaricato al Granatello, porto borbonico e attrazione della città. Lì ogni giorno barche ricolme di pesce vengono svuotate dei pescatori. Quello stesso pesce finirà sulle nostre tavole... e non sappiamo NIENTE di lui.
Alcuni mesi dopo, dopo la morte di altri genitori, fratelli o parenti di amici, vengo a sapere che, sulla spiaggia in costruzione (che doveva essere pronta nel 2006) sono stati scaricati dei metalli pesanti (che dovevano essere ricoperti da colate di cemento, senza che nessuno se ne sarebbe mai accorto...). Andavo lì quasi tutti i giorni a portare il mio cane a correre, ma da quel momento, ovviamente, non ci sono più stata.
Tutte queste informazioni -non sono neanche tutte- col tempo hanno iniziato a fermentare e a premere nella mia mente... mi sentivo esplodere. Ero già stata privata del mio futuro, e di alcuni dei miei sogni (ai quali non rinuncio), come tutti i giovani d'Italia, ma non mi sarei fatta privare anche della salute. Così feci la scelta di partire e i portare con me la mia famiglia. Col senno di poi sono certa d'aver fatto la scelta giusta, ma di certo non volterò le spalle ai fatti, né alla mia città. Continuerò a cercare informazioni e a cercare di informare i cittadini, come sempre. Come se fossi ancora lì con loro a rischiare la pelle. Cosa che facciamo tutti in ogni luogo del mondo purtroppo, in quanto non esistono più luoghi sicuri e puliti dove stare...

Adesso chiudo, ma tornerò presto.

Saluti.

Karen.

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